Filodolio 1966 Cucina Napoletana e calore partenopeo nel quartiere africano

Filodolio, il ristorante del quartiere africano è cambiato, ed diventato da alcuni mesi un ristorante di cucina napoletana. Vi racconto il “Rinascimento Partenopeo” di un piccolo grande ristorante dell’olio di Roma

A volte per fare un grande balzo in avanti bisogna prendere un po’ di rincorsa e guardarsi indietro. Capire da dove si è venuti sovente è la via per trovare nuove strade per il successo e ripartire di slancio.

E’ sicuramente  questo il caso di Filodolio -1966 Cucina Napoletana, un ottimo ristorante che avevo imparato già ad apprezzare qualche anno fa, quando nella Capitale aveva portato una ventata di novità con una originale proposta gourmet incentrata sull’olio d’ oliva, molto valida  ma forse non completamente compresa dal pubblico in questi anni, e che oggi anche per venire un po’ incontro ai gusti e alle esigenze della clientela di zona( forse poco abituata all’alta cucina creativa), ha compiuto una forte svolta identitaria, abbandonando la cucina gourmet per proporre una cucina napoletana, verace che declina le ricette della tradizione con qualche intelligente rivisitazione senza mai stravolgere i piatti tipici, anzi valorizzandoli.

Il piccolo e grazioso ristorante del quartiere africano è così oggi diventato FILODOLIO-1966 Cucina Napoletana, un ristorante di cucina napoletana DOC, che onora così le origini del suo appassionato proprietario, Stefano Dounady Mastelloni ( il 1966 è il suo anno di nascita) e del suo nuovo chef Giacomo Valeri, entrambi autentici partenopei. Stefano commenta così la svolta: “Abbiamo ripensato il menu: siamo a Roma ma un po’ vi sembrerà di stare a Napoli”. Ed è proprio così che è stato per me, quando sono andata a trovarli e posso garantirvi che soprattutto gustando certi piatti, che vi sembrerà di essere in qualità di ospiti d’onore al pranzo della domenica di una famiglia napoletana.

Il locale

Il locale è rimasto lo stesso, un bistrot informale ma elegante, sobrio e confortevole, impreziosito dai bellissimi scatti in bianco e nero frutto dei tanti viaggi di Stefano.

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Un po’ ovunque continuerete a trovare prodotti eccellenti che fanno bella mostra di sè sugli scaffali e che preannunciano un asset fondamentale di questo ristorante, cioè l’attenzione alle materie prime: pasta Gentile di Gragnano, taralli sugna e pepe direttamente da Napoli, le mozzarelle di bufala campana, la ricotta e le burrate fresche direttamente dalle campagne del casertano, una selezione di oli extravergine con particolare riguardo a quelli del Sud dello stivale, e una predilezione per gli oli del frantoio “Madonna dell’olivo” di Serre (SA), con cui sono conditi tutti i piatti.

 

Sì perché sebbene Filodolio, sia oggi il ristorante napoletano che mancava in questa zona della Capitale, non ha rinunciato alla sua filosofia, che resta sempre sullo sfondo:”Un filo di olio a crudo per esaltare ogni piatto, dall’antipasto al dolce”.

La differenza è che oggi all’amore per il buon olio extravergine italiano si affianca una cucina tutta nuova, più sostanziosa, profondamente radicata nel territorio partenopeo e nella tradizione, che la fa da assoluta protagonista.

Il menù del pranzo e l’aperitivo insolito

Filodolio inizia con il servizio del pranzo, operativo dal martedì alla domenica (ad eccezione del lunedì, unico giorno di chiusura) e propone al cliente formule molto vantaggiose.

Già leggendo la carta si nota che viene enfatizzata l’eccellenza delle materie prime, segnalando l’origine degli ingredienti in ogni descrizione.

La carta del pranzo è più compatta e leggermente diversa da quella della sera, con anche alcuni piatti che ritroverete anche la sera ma soprattutto varie ricette semplici e veloci, come il tris di bruschette o la classica e golosa salsiccia e friarelli (8 euro), gli squisiti spaghetti ai due pomodori (8 euro), la tagliata di controfiletto ai ferri(240 gr) con le patate al forno(15 euro), oppure le scaloppine, proposte in diversi modi(al vino bianco, 9 euro, funghi e capperi 10 euro) piatti questi ultimi che permettono di soddisfare l’appetito senza appesantirsi, ma mangiando piacevolmente prima di tornare in ufficio.

Dalle 18.30 alle 20.30 scatta l’ora dell’aperitivo da Filodolio, che ha una proposta adatta a tutte le tasche ovvero con 7 euro si ha diritto a un drink, al tris di bruschette e alle olive di Gaeta o Nocellara del Belice.

Per rinforzare l’aperitivo se avete fame ci sono anche le sfiziose mignole, una sorta di tapas all’italiana con assaggi dalla cucina che cambiano ogni giorno a seconda della fantasia dello chef, oppure potete ingolosirvi con copiosi taglieri di formaggi e salumi.

Il menù della cena e i nostri assaggi

Ma è all’ora di cena che la napoletanità del menù unita all’abilità dello chef esplodono in un vero trionfo.

Quando sono andata a cena da Filodolio, si è iniziato subito bene, con l’amuse en bouche dello chef, una croccante arancina di riso con cuore filante di fior di latte, su spuma di mozzarella, caviale di pomodoro e polvere di olive nere.

Tra gli antipasti ricordiamo anche una fresca Caponatina Cilentana servita su una frisella, l’ ideale nella calura estiva, i saporiti Tortini di verza con salame e ricotta di bufala direttamente dal caseificio Costanzo di Aversa stuzzicano l’appetito con il loro goloso ripieno, imperdibile però resta ancora un piatto (firmato dal precedente chef Alfonso d’ Aquino) ovvero la Cheese cake di alici alla colatura e maionese al basilico piatto vincitore del Premio Airo – Ristoranti dell’olio 2018, raffinata e originale.

filo d 'olio tortino di verza

Tortino di verza con salame e ricotta di bufala

Infine abbiamo il polpo con patate e olive Verdi di Gaeta: buono e tenero, irresistibilmente profumato dall’olio d’ oliva al bergamotto dell’azienda Quattrociocchi.

filo d' olio 1966

Al momento del primo gustiamo due piatti simbolo della domenica napoletana, i Mezzi Paccheri alla Genovese,( con la carne così morbida che si scioglieva in bocca e la giusta quantità di cipolla che conferiva un gusto delicato e inconfondibile); e il buonissimo Mischiato con patate e mozzarella di bufala affumicata, entrambi autentici comfort food, fatti proprio come tradizione vuole, che hanno riscosso la massima soddisfazione da tutti i presenti al mio tavolo. Molto piacevole anche la delicata zuppa di ceci, scarola e vongole(11 euro)ma il primo piatto che mi è piaciuto di più è il sorprendente risotto crema di friarelli, salsiccia e tarallo sbriciolato(12 euro) con riso Acquerello (un tipo di riso apprezzato per la sua qualità da tutti i grandi chef): questo risotto mi ha letteralmente conquistato, per la capacità di reinterpretare un abbinamento classico come salsiccia e friarelli in una chiave più elegante e light, senza perdere nemmeno un briciolo dalla sua ricchezza e acquistando anche la nota croccante del tarallo. In alternativa anche spaghetti aglio, olio, colatura di alici, panura e finocchietto. Semplici e saporiti ( 8 euro). 

Filo d ' olio risotto salsiccia e friarelli

Risotto salsiccia e friarelli con briciole di taralli

Nel nuovo menù di primavera da pochi giorni è apparso al suo posto un’altro favoloso piatto della tradizione, più fresco e adatto alla bella stagione che verrà, ma non meno gustoso, ovvero i leggendari Spaghetti alla Nerano(10 euro).L’origine di questo piatto tipico della penisola Sorrentina si fa risalire agli anni Cinquanta quando una ristoratrice di Nerano per  amalgamare meglio la pasta con le zucchine provò ad aggiungere il Provolone del Monaco, un formaggio a pasta filata più o meno piccante in base alla stagionatura e tradizionalmente prodotto ad Agerola un paesino della zona noto per la qualità dei suoi formaggi.

filo d' olio

Spaghetti alla Nerano

Da Filodolio gli spaghetti alla Nerano, si esprimono al massimo: il segreto della loro bontà? Il provolone del Monaco Dop e la pasta di Gragnano Gentile. La pasta arricchita dalla dolcezza delle zucchine in due consistenze e profumate al basilico viene infatti valorizzata dalla vellutata cremina dal gusto ineguagliabile che questo speciale provolone, grazie alla bravura dello chef, riesce a creare nel piatto. Da provare.

Filo d'olio

Polpo rosticciato, burrata, pomodorini e pesto

Tra i secondi ho avuto il piacere di gustare nuovamente il mio piatto preferito qui di sempre che è rimasto in carta anche oggi: il Polpo alla plancia, burrata, pesto e pomodorini secchi (13), una delizia che ordino ogni volta con piacere. In alternativa tra i secondi di pesce l’eccellente spigola all’acqua pazza con verdure croccanti(15 euro), e il baccalà in olio cottura alla Belladonna (15 euro).

puparuolo filo d' olio cucina napoletana

Il puparuolo ‘mbuttunato

Ma la vera festa è scattata quando è arrivato in tavola il pupuaruolo ‘mbuttunato(10 euro): un sontuoso peperone colorato e dal ripieno morbido e molto saporito, cotto al forno e ripieno di olive Verdi di Gaeta Quattrociocchi , parmigiano, mollica di pane e provola, è un piatto assolutamente da provare che farà anche la gioia dei vegetariani, che potranno finalmente mangiare un piatto ricco di gusto diverso dalle solite banali insalate.

La genovese filo d'olio

La Genovese

Coloro che amano la carne si delizieranno con lo Spezzatino di Scamone di Manzo alla Genovese(14 euro), oppure potranno fare come me e gustare un grande classico irrinunciabile in questo ristorante, ovvero la Guancia di maialino iberico con scarola liquida e cipollotto fondente(13 euro).

filo d' olio-Guancia di maialino con scarola liquida

Guancia di maialino con scarola liquida

In carta da sempre è un piatto simbolo, una ricetta che riassume l’ ottima cucina che questo ristorante esprime: la guancia è saporita e scioglievole al palato, ti conquista sempre con la nota fresca e vegetale, della salsa di scarola che sgrassa e la dolcezza del cipollotto.

Tra i contorni segnaliamo i fagiolini con pomodorini del piennolo e l’immancabile scarola alla napoletana con uva passa, capperi, acciughe e olive di Gaeta Quattrociocchi.

E dopo una ricca cena lasciatevi sempre spazio per il dessert e coronate il pasto con i dolci tipici, così buoni che se chiudete gli occhi sentirete come sul golfo di Napoli. Volete un’idea dei dessert?

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Nella mia personale classifica al primo posto uno squisito Babà al rhum, e al secondo la Torta Caprese buona ma in una versione alternativa alla tradizione, resta poi insuperato un fiore all’ occhiello di Filodolio la particolarissima Spuma di ricotta di bufala, pistacchio e mela verde. Interessanti anche le proposte dessert del menù di primavera rivolte agli amanti della tradizione (e che mi riprometto di assaggiare presto): la classicissima pastiera e il migliaccio (a base di semolino ricotta uova e zucchero), o il tiramisù al caffè(l’ unico dolce non partenopeo), tutti eseguiti proprio come da manuale.

Ad accompagnare la cena anche ottimi vini consigliati da Stefano: su tutti assolutamente da non perdere è un orange wine, il ConteLucio, un Pinot Grigio Ramato Venezia Giulia I.G.T. della cantina La Bellanotte. Imperdibile.

Plus di questo locale è l’atmosfera e il servizio: staff gentile, puntuale e caloroso senza mai essere invadente.

A fine pasto poi c’è il rito sacro del caffè che qui come a Napoli arriva direttamente in tavola in una bella moka borbottante. Bere il caffè sorridendo, in un’atmosfera conviviale e tranquilla con buona musica di sottofondo, gustandolo con calma tra una risata e l’altra, ci sembra il modo migliore di festeggiare “il rinascimento napoletano” di questo piccolo grande ristorante.

 

Il buono: la cucina verace napoletana 

il bello:l’atmosfera calda, elegante e rilassata

Filodolio 1966 – Cucina Napoletana

Dove:Via Tripolitania 147 – 00199 Roma
Quando: Aperto dal martedì alla domenica a pranzo,  all’aperitivo e per cena.Riposo settimanale Lunedì

Info e Prenotazioni: tel. 06 8621 2938

https://www.facebook.com/filodolioroma/

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